ABBIAMO UNA NUOVA Birra ad edizione limitata
✦JERRY FAR MOUSE ✦ farmhouse ale con grani antichi vicentini, buccia di mandarino e artemisia
👉 Jerry far mouse nasce dal desiderio di utilizzare una materia prima locale e di rifarsi alla tradizione secolare delle farmhouse ale, ma con la nostra personalità. Per farla abbiamo utilizzato un mix di grani antichi veneti integrandoli a del malto d’orzo pils. La nostra firma invece è stata l’utilizzo di due spezie a completare il bouquet aromatico di questa birra: l’artemisia e la buccia di mandarino.
👉All’occhio risulta chiara e velata come qualsiasi birra di frumento. Al naso si sentono le note di cereale tipiche del frumento unite alla fresca e dolce citricità del mandarino mentre in bocca risulta scorrevole anche grazie alla leggera nota amara data dall’artemisia che ne aumenta la facilità di bevuta. Il corpo è abbastanza leggero come nell’intento storico di queste birre che , secoli che furono, fungevano da dissetante nettare per i braccianti che rinfrescavano le proprie gole dopo le calde giornate di lavoro nei campi e che magari ne condividevano qualche goccia con l’immancabile Jerry Mouse di turno, presenza fissa di qualsiasi granaio
👉E IL NOME? Abbiamo giocato sull’assonanza fra farmhouse (lo stile) e far mouse (il piccolo topolino in lontananza). L’illustrazione è opera di Laura Guerra, di drawing fishes
SHEDA TECNICA:
SCHEDA DEGUSTATIVA:
Colore giallo paglierino, leggermente velata. Schiuma bianca, di grana fine e compatta non eccessivamente persistente. L’aspetto non svela nulla di quello che già l’olfatto inizia a svelare: fruttato, agrumi in particolare, miele d’arancia, mandarino, cola, e ancora fiori bianchi, erbaceo, paglia e un non so che di mineralità. Rende curiosi di passare all’assaggio, ma scaldandosi se – erroneamente – dimenticata nel bicchiere svela un qualcosa che mi ricorda le caramelle al mandarino, quelle buone di quando eravamo bambini, che avevo dimenticato! In bocca viaggia veloce su una dolcezza che scompare in fretta, una acidità lieve che porta verso una piacevole sapidità per poi chiudere in bellezza su un amaro che danza, nel retrogusto, tra erbe e agrumi. Bilanciamento perfetto, da manuale, la Jerry è secca, il corpo esile, la bollicina fine ed elegante, l’alcol è nascosto. Danza sul mandarino, si accorda con l’artemisia, si sposa sui malti e si esalta con la gassatura: se le Saison di un tempo venivano davvero consumate nei campi, durante le giornate di lavoro estive, mi auguro fossero così! Lavoro o meno da bere senza soluzione di continuità, sotto al sole o al fresco, da sola o seguendo gli abbinamenti proposti da Lisa. Intanto… posso averne un altro paio?! (Andrea Camaschella)
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